PISTOIA NON MERITA LA LIBRERIA BABA JAGA

La mia città non merita la mia libreria. La mia città si merita di sprofondare ancora di più nella ignoranza e nel perbenismo, nel provincialismo e nell’indifferenza ipocrita nascosta fra le pieghe di istituzioni, enti, circoli, lobby, gruppi, società anonime a delinquere… e quant’altro e di più ancora. Di meno, la mia città, ha soltanto una cosa: nessuno la conosce, nessuno sa dove si trova, le sue coordinate geografiche sono ignote ai più. E’ quello che si merita, meglio così. Se ci facciamo conoscere, ogni tanto, è soltanto per le cose più infime. Come gli ultimi avvenimenti. Avvenimenti che non credo proprio abbiano scusanti, neppure fra le istituzioni, e, lo dico senza mezzi termini, neppure fra i genitori. Genitori disattenti, indifferenti, presi dall’apparire, dal viaggiare, dall’essere al passo con i tempi… mentre il loro tempo scorre e quello dei loro figli fugge.
Non venite nella mia città, fuggite se vi ci trovate a passare… datemi retta!!!
Ah… dimenticavo, la mia città si chiama… Pistoia. Non sapete dov’è??? Meglio per voi!

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mercoledì 20 gennaio 2010

HAITI

Quanto vorrei avere qui, in libreria, quei bambini sperduti, rassegnati, sacrificati nel nome di un mondo che vive al di sopra delle proprie possibilità e che sta dilapidando ogni patrimonio.
Eppure sono certa che gli eredi universali di quel che resterà, sarannao proprio loro, quei bambini che cresceranno con lo stupore, con la voglia di giocare anche con la morte, se questa può insegnar loro a vivere. Quei bambini che se potessero sfogliare le pagine illustrate di un libro qualunque avrebbero il paradiso fra le mani. Quel paradiso che è invece riservato a chi cerca il sole caldo in inverno e che per averlo spende la propria dignità calpestando quella degli altri. Quei turisti abominevoli, che se ne stanno a guardare... credendosi stelle di un firmamento ... firmato. Non sono altro che fiammiferi stropicciati su carta vetrata, stridono, fanno venire i brividi, puzzano di zolfo... di inferno.

Grazie a tutti coloro che sono là, senza un perché. Loro sono la risposta anche a quelle domande che nessuno si pone più.
Ma che vita è, la nostra??? Dove stiamo andando???
Beh... all'inferno. Da dove veniamo, appunto. E lì torneremo. Intanto ci basta sostare nel purgatorio di una sosta vietata, restando in macchina per non perdere il posto, anche se rubato a qualcuno che invece, se ne sta in piedi, a fare la fila, senza sapere cosa c'è in cima a quella fila. Noi che crediamo di saperlo, invece, da bravi furbi, sorpassiamo tutti e soprassediamo su tutto. A cominciare da noi stessi.

Queste considerazioni non sono amare, sono soltanto constatazioni di una librice libera che non si rende conto come si possa far nascere dei bambini soltanto per svezzarli, allevarli, e poi mandarli al macello nel mondo, senza aver loro insegnato cos'è il mondo.

Contenti voi... contenti tutti.
I miei piccoli, pochi lettori, stanno crescendo, stanno uscendo dal gregge, stanno scansando la strada che porta a quel macello, si stanno creando il loro nido, la loro tana, il loro posto al sole, anche sotto un manto di neve.
Per tutti gli altri c'è... master card! E vi auguro che ci sia davvero, ragazzi, altrimenti sarete i più poveri fra i poveri, gli ultimi fra gli ultimi, ma non nel senso evangelico, ma in quello umano, troppo umano.


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