PISTOIA NON MERITA LA LIBRERIA BABA JAGA

La mia città non merita la mia libreria. La mia città si merita di sprofondare ancora di più nella ignoranza e nel perbenismo, nel provincialismo e nell’indifferenza ipocrita nascosta fra le pieghe di istituzioni, enti, circoli, lobby, gruppi, società anonime a delinquere… e quant’altro e di più ancora. Di meno, la mia città, ha soltanto una cosa: nessuno la conosce, nessuno sa dove si trova, le sue coordinate geografiche sono ignote ai più. E’ quello che si merita, meglio così. Se ci facciamo conoscere, ogni tanto, è soltanto per le cose più infime. Come gli ultimi avvenimenti. Avvenimenti che non credo proprio abbiano scusanti, neppure fra le istituzioni, e, lo dico senza mezzi termini, neppure fra i genitori. Genitori disattenti, indifferenti, presi dall’apparire, dal viaggiare, dall’essere al passo con i tempi… mentre il loro tempo scorre e quello dei loro figli fugge.
Non venite nella mia città, fuggite se vi ci trovate a passare… datemi retta!!!
Ah… dimenticavo, la mia città si chiama… Pistoia. Non sapete dov’è??? Meglio per voi!

Pagine

Post più popolari

giovedì 4 dicembre 2008

SENZA SENSO

Baba Jaga non si arrende. Si spezza ma non si piega. Non si piega davanti alla prepotenza di chi oggi si crede chissàcchicchirichì! Galletti e galline popolano la nostra Aia, la nostra corte dei conti che non tornano perchè non sono mai partiti, ma sono sempre rimasti nelle tasche giuste. Macchì senefrega!? Ogni giorno è un altro giorno. E chi sa cosa significhi non ha bisogno di spiegazioni. Per tutti gli altri c'è mistercard! E a noi, che del nostro breille ce ne sbattiamo perché non ce l'abbiamo e non vogliamo averlo, perché intanto sapere che ore sono non ci cambia il tempo che abbiamo a disposizione, e anche se è tardi non possiamo tornare indietro, insomma, a noi che siamo consapevoli della nostra sublime nullità, tutto il resto ci fa evacuare. In tutti e con tutti i sensi. Compreso quello di colpa per non averlo fatto prima sull'erba verde per eccellenza del nostro eccellente vicino. Ma forse è meglio. Avremmo rischiato di rendere fertile un terreno incolto, anzi, ignorante. Noi, lo sappiamo, che farsi credere ignoranti, ci rende benvoluti, cari, diletti, ai nostri signo-rotti e alle nostre signo-rotte.
Ci hanno rotto i coglioni, i coglioni! E se qualcuno si riconosce in queste parole, in queste descrizioni, Chi ha la coda di paglia, è un gallo o una gallina impagliata! Ed io non posso farci niente. Io sono soltanto una vecchia strega che ha, senza averlo chiesto, il potere di rimandare, come un boomerang, il male ricevuto, al mittente. Siccome a me non piace nuocere a nessuno, anzi, non lo voglio proprio, ho chiesto di essere privata di questo privilegio. Ma pare sia impossibile... al massimo posso decidere quale pena rimandare indietro, ed io, che sono buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, ho optato per una pena pecuniara.
Dalla piccola multa, per uno sgarbo di poco conto ricevuto, alla bancarotta per una rottura di coglioni oltremisura. Dunque ognuno sa cosa gli aspetta. Se non lo sa, multa ulteriore. La legge non ammette ignoranza. Tanto meno la mia legge. Che non ho legge. E quindi ammetto e non ammetto quello che mi pare.
Così parlò Zetafrusta.