PISTOIA NON MERITA LA LIBRERIA BABA JAGA

La mia città non merita la mia libreria. La mia città si merita di sprofondare ancora di più nella ignoranza e nel perbenismo, nel provincialismo e nell’indifferenza ipocrita nascosta fra le pieghe di istituzioni, enti, circoli, lobby, gruppi, società anonime a delinquere… e quant’altro e di più ancora. Di meno, la mia città, ha soltanto una cosa: nessuno la conosce, nessuno sa dove si trova, le sue coordinate geografiche sono ignote ai più. E’ quello che si merita, meglio così. Se ci facciamo conoscere, ogni tanto, è soltanto per le cose più infime. Come gli ultimi avvenimenti. Avvenimenti che non credo proprio abbiano scusanti, neppure fra le istituzioni, e, lo dico senza mezzi termini, neppure fra i genitori. Genitori disattenti, indifferenti, presi dall’apparire, dal viaggiare, dall’essere al passo con i tempi… mentre il loro tempo scorre e quello dei loro figli fugge.
Non venite nella mia città, fuggite se vi ci trovate a passare… datemi retta!!!
Ah… dimenticavo, la mia città si chiama… Pistoia. Non sapete dov’è??? Meglio per voi!

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sabato 7 marzo 2009

DEDICATO AI MIEI LETTORI




PER UNA VOLTA LASCIATEMI ESSERE FELICE... A NESSUNO E' SUCCESSO NIENTE
(PABLO NERUDA
)


Invece a me è successo qualcosa... che non dico mi renda felice, ma orgogliosa. Non di me, ma di quei genitori, di quei nonni, di quei bambini che apprezzano la piccola libreria che li accoglie, che nasconde fra gli scaffali libri strani, diversi, uguali a loro, ad ognuno di loro. Perchè ogni bambino è un mondo a sé un mondo tutto suo ha bisogno di crearsi intorno, di adattare a se stesso. I bambini sono gli unici che hanno capito che non è il mondo che deve e può cambiarci, ma il contrario. E lo capiscono finché sono bambini, e soltanto se sono presi per mano da chi non ha smesso di esserlo, o almeno, non ha dimenticato di esserlo stato. O forse... non lo sono stati mai... bambini!
Ma ci sono, ci sono, credetemi. Ci sono ancora quelle creature che hanno nascosto nella loro anima quella briciola di tempo che è sfuggita dal pane della vita e che nessuno ha raccolto. E quella briciola può salvare un passerotto e la mente di un bambino, rendere il suo spirito libero dalle costrizioni di un Grande Fratello perverso, che si compiace di spiare le nostre vite per rassicurarsi che i suoi suggerimenti vengano seguiti, i suoi ordini non siano discussi e i suoi dictat siano la bibbia di tutti.
E allora lasciatemi dire che sono orgogliosa, fiera e che un lume di speranza si accenda, ogni tanto, lasciando intravedere una via d'uscita da questo tunnel medievale in cui tutti noi siamo rimasti intrappolati senza rendercene conto.
Ci arrampichiamo sugli specchi di una crisi economica che non è scoppiata all'improvviso, ma che noi stessi abbiamo gonfiato fino a farla scoppiare con il nostro respiro ansioso, quel respiro di chi corre... corre.. corre... senza sapere dove sta andando. E quando, infine, se ne rende conto, si guarda dietro di sè... e non vede altro che ... niente!
Al contrario, io sono contenta di questo momento che stiamo attraversando, davvero!
Non c'era altra soluzione per uscirne fuori che metterci di fronte ad una porta chiusa, sbarrata, oltre la quale ce n'è un'altra... al'infinito. Quella porta è il nostro specchio che ci risucchia ad oltranza... la nostra vanità di esseri superiori. Superiori a chi, a cosa? Non c'è un oltre... un sù...per chi non sa alzare la testa di fronte a se stesso, ma si limita a ricalcare le orme di chi lo precede e continua a voltarsi indietro per rassicurarsi che qualcuno lo segua, che segua le sue impronte. Eccetera. La nostra vita oggi è un eccetera, e i bambini sono puntolini di sospensione lanciati come coriandoli sul carnevale della vita. Mascherati da uomini e donne di domani già prima di essere bambini di oggi, mentre i loro genitori e nonni indossano i costumi di un'era che non è più la loro, credendosi al passo con i tempi anche se sono tutti fuori tempo!
Anacronismo analogico o logica cronologia? Non importa. Per la maggioranza non c'è scampo. Dovranno fare i conti, non solo con l'oste, il fornaio, il macellaio, con il venditore di telefonini, con la catena di elettrodomestici, con la boutique d'alta moda... ma dovranno rendere conto a se stessi. E non ci sarà resto. Solo avanzi.
Ma per quei pochi... per quelle rare creature che varcano la soglia di questo piccolo luogo incantato, che si lasciano trasportare dai sogni, i cui occhi brillano sfogliando un libro, leggendolo ad alta voce al proprio bambino... per quei pochi che hanno capito che prima di lasciarsi andare senza rete nel vuoto meraviglioso ma ineffabilmente misterioso che un bambino riempie... bisogna guardarsi dentro e accertarsi di essere pronti ad essere, domani, per quel bambino, non un peso da affidare ad una badante, ma un rifugio in cui correre a ripararsi quando la pioggia rischia di trasformarsi in diluvio. E a quelle mamme, a quei babbi che si preoccupano di cercare il libro giusto, a quei genitori che preferiscono spendere meno per un paio di scarpine, ma investire nei sogni e nella fantasia dei loro bambini... ecco, io a loro dico: _ Ecco, voi non dovreste preoccuparvi di sbagliare, perché avete l'anima a portata di mano e la mente che squilla prima ancora che vostro figlio vi chiami! _